Immagino di essere il guardiano di un faro e un giorno trovare ai piedi della scogliera una bottiglia con un messaggio:
Si chiedeva: la gente sarebbe stata sensibile a quelle immagini se le immagini non avessero avuto la stessa dignità delle cose reali? La questione non era la potenza delle immagini, ma la debolezza del mondo. Certo poteva essere vivido nella sua debolezza, come nei giorni in cui il sole cuoceva le mele cadute nei frutteti e la valle odorava di sidro [...] ma il mondo era fruibile soltanto sotto forma di immagini.Tutto cio' che entrava in testa si trasformava in una fotografia.
(Le correzioni - Jonathan Frentzen)
Mi chiedo: ciò che vivo ogni giorno è la realtà o è quello che io immagino?
Gli altri mi vedono come io mi sento e mi vedo o per loro sono tutta un' altra persona? Mi piacerebbe scoprirlo ma come chiederlo?
Da bambino pensavo che un giorno mi sarei svegliato ed avrei scoperto che la mia vita sino a quel punto era stata tutta un sogno e che avrei dovuto ricominciare tutto da capo. Allora la cosa mi spaventava un po' ... oggi forse potrei anche desiderarlo.
Ma ora lasciatemi tornare al mio posto di osservazione. Nella solitudine comunque serena delle mie giornate vigilo sulla mia vita e guardo le navi che si muovono nel mare circostante. Le vedo entrare nel cono di luce del mio faro, per un breve periodo le nostre storie si intrecciano, poi si allontanano.
Grazie comunque per questo breve incontro.
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