Prima o poi, un giro in macchina sulla Route 66 dovrei riuscire a farlo ..... ho trovato queste belle foto sul plog del Denver post.
November 11th marks the 85th Anniversary of one of the most famous highways in America, U.S. Route 66. Route 66 opened in 1926 stretching from Chicago to Los Angeles and became a western migration route for people looking for work during the great depression of the 1930′s or to escape the Dust Bowl disaster. Later, it offered vacation getaways and driving adventures until 1985 when it was decommissioned as a federal highway. Facing neglect after its decommissioning, many Route 66 enthusiasts lobbied for the highway to be placed on National Historic Registers and Preservation Lists. Today, portions of the road have been designated National Scenic Byways and some have been renamed Historic Route 66 in an attempt to boost its revival.
venerdì 28 settembre 2012
Route 66
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foto album
Ubicazione:
Historic U.S. 66 Stati Uniti d'America
giovedì 27 settembre 2012
Spot pubblicitario
Mi e' molto piaciuto questo spot pubblicitario, ti rilassa e alla fine ti viene quasi voglia di comperare la macchina!!! Buona visione ...
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video
Ubicazione:
Inghilterra, Regno Unito
mercoledì 26 settembre 2012
Roma-Sampdoria 1-1
Ho trovato un sito che raccoglie in sintesi i dati sulle partite del campionato.
Sentendo Zeman la Roma ha dominato la partita .... vediamo cosa dicono i numeri. Di fatto la partita non mi e' piaciuta molto anche se non si puo' dire che la Roma non sia stata superiore alla Samp e se non fosse stato per la papera di Stek avrebbe sicuramente vinto la partita.
Totti segna il gol dell'1-0 e raggiunge Altafini |
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Calcio
Ubicazione:
Roma, Stadio Olimpico Italia
martedì 25 settembre 2012
Uh uh . . . no!
Per la serie filmone imperdibile ieri sera su SKY: L'alba del pianeta delle scimmie.
Film considerato il prequel del famossissimo "Il pianeta delle scimmie" che poi e' stato il primo di una trilogia girata negli anni '70.
In questo film si ritrovano tutti gli elementi che hanno reso indimenticabile la saga originale. Mi piace il ruolo di Cesar che riesce a diventare leader usando la sua intelligenza per farsi rispettare dal gruppo. C'e' l'anelito alla liberta' e la voglia di uscire dagli schemi di chi ti considera un essere inferiore. La dignita' di un essere vivente, anche se animale, deve sempre essere considerata.
In sostanza un bel film con degli ottimi effetti speciali, le scimmie sono state interamente realizzate con il computer.
Ora vado a cercare il primo film della trilogia e me lo vedo!!!
Riporto la lista di tutti i film della trilogia (veramente ora vedo che sono 5 ...) originale:
Il Pianeta delle scimmie
L'altra faccia del Pianeta delle scimmie,
Fuga dal pianeta delle scimmie,
1999 Conquista della terra,
Anno 2670 - Ultimo atto
Il Pianeta delle scimmie del 1968 sbalordì il pubblico con una scioccante visione distopica del destino umano. In un tempo infatti in cui i film di fantascienza univano l'allegoria ad avventure elettrificanti, la franchise de Il Pianeta delle Scimmie divenne subito un punto di riferimento per la cinematografia di genere.
Film considerato il prequel del famossissimo "Il pianeta delle scimmie" che poi e' stato il primo di una trilogia girata negli anni '70.
In questo film si ritrovano tutti gli elementi che hanno reso indimenticabile la saga originale. Mi piace il ruolo di Cesar che riesce a diventare leader usando la sua intelligenza per farsi rispettare dal gruppo. C'e' l'anelito alla liberta' e la voglia di uscire dagli schemi di chi ti considera un essere inferiore. La dignita' di un essere vivente, anche se animale, deve sempre essere considerata.
In sostanza un bel film con degli ottimi effetti speciali, le scimmie sono state interamente realizzate con il computer.
Ora vado a cercare il primo film della trilogia e me lo vedo!!!
Riporto la lista di tutti i film della trilogia (veramente ora vedo che sono 5 ...) originale:
Il Pianeta delle scimmie
L'altra faccia del Pianeta delle scimmie,
Fuga dal pianeta delle scimmie,
1999 Conquista della terra,
Anno 2670 - Ultimo atto
Il Pianeta delle scimmie del 1968 sbalordì il pubblico con una scioccante visione distopica del destino umano. In un tempo infatti in cui i film di fantascienza univano l'allegoria ad avventure elettrificanti, la franchise de Il Pianeta delle Scimmie divenne subito un punto di riferimento per la cinematografia di genere.
Cesar guida le rivolta delle scimmie |
Locandina originale del primo film del 1968 |
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Film
Ubicazione:
San Francisco, California, Stati Uniti d'America
lunedì 24 settembre 2012
Lighthouse
Oggi avrei veramente voglia di lasciare tutto ed andare a rifugiarmi in un faro e passare la giornata a guardare il mare. Avrei anche trovato il posto .....
Poi la parte razionale di me mi dice che bisogna tener duro e continuare a vivere la nostra vita pratica, quella che ci permette di soddisfare gran parte delle nostre necessita'. Ma e' veramente cosi'?
E sopratutto saro' in grado di continuare in questo modo per lungo tempo?
Sono solo i pensieri di un giorno o e' la punta di un iceberg?
Per il momento non so dirlo mi consolo immaginandomi alla finestra ..... a guardare il mare!
Poi la parte razionale di me mi dice che bisogna tener duro e continuare a vivere la nostra vita pratica, quella che ci permette di soddisfare gran parte delle nostre necessita'. Ma e' veramente cosi'?
E sopratutto saro' in grado di continuare in questo modo per lungo tempo?
Sono solo i pensieri di un giorno o e' la punta di un iceberg?
Per il momento non so dirlo mi consolo immaginandomi alla finestra ..... a guardare il mare!
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Diario
Ubicazione:
Marta's Vineyard
mercoledì 19 settembre 2012
Precious
Grazie ad un abbonamento (al momento per un mese) al canale cinema di Sky, questa sera ho visto sul canale SKY CINEMA CULT HD il film Precious.
E' la storia di una ragazza di colore che vive nel Bronx una situazione familiare veramente problematica (il film inizia con lei, 17 anni, incinta di una seconda figlia avuta da un rapporto non consensuale con il padre ...).
Il film narra la storia di questa ragazza che tra mille difficolta' riesce a proseguire gli studi e a conservare l'affidamento dei figli.
E' un film che fa' riflettere sull'importanza della conoscenza e dell'istruzione e di come si puo' riuscire a superare enormi gap culturali con lo studio e l'applicazione.
Dimenticavo un particolare la ragazza di colore e' tremendamente grassa ma questo non impedisce al personaggio di risultare simpatico ed umano.
Un film interessante.
E' la storia di una ragazza di colore che vive nel Bronx una situazione familiare veramente problematica (il film inizia con lei, 17 anni, incinta di una seconda figlia avuta da un rapporto non consensuale con il padre ...).
Il film narra la storia di questa ragazza che tra mille difficolta' riesce a proseguire gli studi e a conservare l'affidamento dei figli.
E' un film che fa' riflettere sull'importanza della conoscenza e dell'istruzione e di come si puo' riuscire a superare enormi gap culturali con lo studio e l'applicazione.
Dimenticavo un particolare la ragazza di colore e' tremendamente grassa ma questo non impedisce al personaggio di risultare simpatico ed umano.
Un film interessante.
Gabourey Sidibe (29 anni) è Clareece 'Precious' Jones |
Lenny Kravitz (48 anni) è John nel film di Lee Daniels. |
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Film
Ubicazione:
Bronx, New York, Stati Uniti
sabato 15 settembre 2012
Book trailer
Ho trovato questo book trailer relativo al libro 21/11/63 letto durante l'estate ad Allerona.
Rende bene l'atmosfera ed ha una bella musica quindi ho deciso di inserirlo nel blog.
Rende bene l'atmosfera ed ha una bella musica quindi ho deciso di inserirlo nel blog.
Ubicazione:
Dallas, Texas, Stati Uniti
venerdì 14 settembre 2012
L'ultimo cavaliere
“L’uomo nero fuggì nel deserto, ed il pistolero lo seguì”
Ho terminato la lettura del primo libro della serie della Torre nera di Stephen King. Mi sono avventurato in una saga di circa 3000 pagine complessive divisa in 8 volumi.
Ho da leggere per tutto l'inverno!!!!
Il primo libro scritto quando l'autore aveva 19 anni e' una magistrale introduzione ad un nuovo mondo. L'ambientazione e' quella del west, il protagonista e' un pistolero ma gia' si scoprono relazioni con il nostro mondo nelle parole e nei racconti di alcuni dei protagonisti.
Un inizio promettente, sono curioso di sapere come si sviluppera' la storia. Al momento ho ancora nella mente le magnifiche descrizioni di paesaggi desertici, di polverosi villaggi dimenticati e di epiche sparatorie.
Roland Deschain, figlio di Steven Deschain, è nato nella scomparsa città di Gilead. Il suo unico obiettivo è trovare la Torre Nera, nella speranza di invertire la distruzione dell'universo. Questa missione e' tutto per Roland che sara' pronto ad affrontare e superare gli ostacoli che trovera' sul suo cammino.
Ho terminato la lettura del primo libro della serie della Torre nera di Stephen King. Mi sono avventurato in una saga di circa 3000 pagine complessive divisa in 8 volumi.
Ho da leggere per tutto l'inverno!!!!
Il primo libro scritto quando l'autore aveva 19 anni e' una magistrale introduzione ad un nuovo mondo. L'ambientazione e' quella del west, il protagonista e' un pistolero ma gia' si scoprono relazioni con il nostro mondo nelle parole e nei racconti di alcuni dei protagonisti.
Un inizio promettente, sono curioso di sapere come si sviluppera' la storia. Al momento ho ancora nella mente le magnifiche descrizioni di paesaggi desertici, di polverosi villaggi dimenticati e di epiche sparatorie.
Roland Deschain, figlio di Steven Deschain, è nato nella scomparsa città di Gilead. Il suo unico obiettivo è trovare la Torre Nera, nella speranza di invertire la distruzione dell'universo. Questa missione e' tutto per Roland che sara' pronto ad affrontare e superare gli ostacoli che trovera' sul suo cammino.
Roland di Gilead |
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Deseto di Mohaine
giovedì 13 settembre 2012
In volo
Riccardo e' partito per la sua mini-olimpiade a Windsor. Vediamo dove si trova in questo preciso istante (sono circa le 09:30) in volo verso Londra.
PS.:
Il volo e' arrivato in perfetto orario a Heatrow ... l'avventura puo' iniziare!
PS.:
Il volo e' arrivato in perfetto orario a Heatrow ... l'avventura puo' iniziare!
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Londra, Regno Unito
mercoledì 12 settembre 2012
Il primo giorno
Riporto un'articolo che ho conservato, scritto in occasione del primo giorno di scuola del 2011, da Alessandro D'Avenia. L'articolo si avvicina molto al mio pensiero su cosa significhi vivere la scuola per un ragazzo oggi. Un augurio a Riccardo che comincera' il suo terzo anno al Volterra (dopo il ritorno da Windsor): spero che tu incontrerai almeno uno di quei professori che ti faranno brillare gli occhi e cambieranno per sempre la tua vita.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce. E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano...
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.
Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
Il primo giorno che vorrei, di Alessandro D’Avenia (da Avvenire del 10/9/2011)
Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce. E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano...
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.
Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
Ubicazione:
Roma, Istituto Vito Volterra, Italia
martedì 11 settembre 2012
Va' - il videoclip
E' arrivato il gran giorno della presentazione ufficiale del videoclip di Va'.
Appuntamento a San Policarpo ore 20:30.
Grande affluenza di pubblico, grande emozione per un bel lavoro svolto con passione ed anche con grande capacita' organizzativa.
Mettere le tutte le proprie energie per la realizzazione di un progetto e' abbastanza comune, quello che e' fuori dal comune e' portarlo a termine con un cosi' buon risultato.
Il lavoro sempre paga, qualche volta nessuno si accorge di quello che hai fatto, ma in questo caso invece le prove ci sono, il video e la canzone ne sono la prova.
Bravo Vale ... continua cosi'!
Link: Va' - il videoclip
E' bello pensare che la musica e le immagini del tuo videoclip siano state mostrate nel giorno dell'undicesimo anniversario dell'attentato alle Twin Towers. A volare nel cielo dell'11 settembre sono oggi solo le note della tua canzone.
Appuntamento a San Policarpo ore 20:30.
Grande affluenza di pubblico, grande emozione per un bel lavoro svolto con passione ed anche con grande capacita' organizzativa.
Mettere le tutte le proprie energie per la realizzazione di un progetto e' abbastanza comune, quello che e' fuori dal comune e' portarlo a termine con un cosi' buon risultato.
Il lavoro sempre paga, qualche volta nessuno si accorge di quello che hai fatto, ma in questo caso invece le prove ci sono, il video e la canzone ne sono la prova.
Bravo Vale ... continua cosi'!
Link: Va' - il videoclip
E' bello pensare che la musica e le immagini del tuo videoclip siano state mostrate nel giorno dell'undicesimo anniversario dell'attentato alle Twin Towers. A volare nel cielo dell'11 settembre sono oggi solo le note della tua canzone.
lunedì 10 settembre 2012
L'uomo del KING BAR
Pensate ad un uomo che mette tutte le sue risorse nell'iniziare un'attivita', apre un Bar in un tranquillo quartiere di Ostia e spera di poter avere una clientela all'altezza, selezionata, elegante etc.
Poi come una spada di Damocle, nella sua vita e nelle sue giornate entra lui ... l'uomo del King Bar, che gli si piazza fuori all'ingresso del bar tutti i giorni, rovinando cosi' per sempre tutto il lavoro e tutti i sogni di una vita.
Arrivi ogni mattina, apri il tuo bar e lui e'li'seduto su quella sedia con il suo ventre pieno di birra o chissa'cos'altro che guarda dal basso in alto ogni cliente del tuo bar. Come vedete dalle foto qui sotto scattate durante le mie vacanze ad Ostia tutte le mattine lui era li' a cavallo della sua sedia posizionato al solito angolo.
Chissa' cosa ci sara' veramente dietro a questa inquietante presenza ....
Poi come una spada di Damocle, nella sua vita e nelle sue giornate entra lui ... l'uomo del King Bar, che gli si piazza fuori all'ingresso del bar tutti i giorni, rovinando cosi' per sempre tutto il lavoro e tutti i sogni di una vita.
Arrivi ogni mattina, apri il tuo bar e lui e'li'seduto su quella sedia con il suo ventre pieno di birra o chissa'cos'altro che guarda dal basso in alto ogni cliente del tuo bar. Come vedete dalle foto qui sotto scattate durante le mie vacanze ad Ostia tutte le mattine lui era li' a cavallo della sua sedia posizionato al solito angolo.
Chissa' cosa ci sara' veramente dietro a questa inquietante presenza ....
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00119 Ostia RM, Italia
venerdì 7 settembre 2012
David Foster Wallace
Oggi su alcuni giornali si parla di David Foster Wallace, scrittore americano morto nel 2008.
Mi sono riproposto di affrontare la lettura del suo capolavoro "Infinite jest" uno di questi giorni ma per il momento propongo un suo intervento al Kenyon college per la cerimonia delle lauree nel maggio del 2005. E' un po' lungo ma l'ho trovato veramente illuminante.
Mi sono riproposto di affrontare la lettura del suo capolavoro "Infinite jest" uno di questi giorni ma per il momento propongo un suo intervento al Kenyon college per la cerimonia delle lauree nel maggio del 2005. E' un po' lungo ma l'ho trovato veramente illuminante.
di David Foster Wallace
[traduzione di Roberto Natalini]
[traduzione di Roberto Natalini]
Trascrizione del discorso di David Foster Wallace per la cerimonia delle lauree al Kenyon college, 21 maggio 2005.
Un saluto a tutti e le mie congratulazioni alla classe 2005 dei laureati del Kenyon college. Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”
È una caratteristica comune ai discorsi nelle cerimonie di consegna dei diplomi negli Stati Uniti di presentare delle storielle in forma di piccoli apologhi istruttivi. La storia è forse una delle migliori, tra le meno stupidamente convenzionali nel genere, ma se vi state preoccupando che io pensi di presentarmi qui come il vecchio pesce saggio, spiegando cosa sia l’acqua a voi giovani pesci, beh, vi prego, non fatelo. Non sono il vecchio pesce saggio. Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui parlare. Espresso in linguaggio ordinario, naturalmente diventa subito un banale luogo comune, ma il fatto è che nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti, i banali luoghi comuni possono essere questioni di vita o di morte, o meglio, è questo ciò che vorrei cercare di farvi capire in questa piacevole mattinata di sole.
Chiaramente, l’esigenza principale in discorsi come questo è che si suppone vi parli del significato dell vostra educazione umanistica, e provi a spiegarvi perché il diploma che state per ricevere ha un effettivo valore sul piano umano e non soltanto su quello puramente materiale. Per questo, lasciatemi esaminare il più diffuso stereotipo nei discorsi fatti a questo tipo di cerimonie, ossia che che la vostra educazione umanistica non consista tanto “nel fornirvi delle conoscenze”, quanto “nell’insegnarvi a pensare”.
È una caratteristica comune ai discorsi nelle cerimonie di consegna dei diplomi negli Stati Uniti di presentare delle storielle in forma di piccoli apologhi istruttivi. La storia è forse una delle migliori, tra le meno stupidamente convenzionali nel genere, ma se vi state preoccupando che io pensi di presentarmi qui come il vecchio pesce saggio, spiegando cosa sia l’acqua a voi giovani pesci, beh, vi prego, non fatelo. Non sono il vecchio pesce saggio. Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui parlare. Espresso in linguaggio ordinario, naturalmente diventa subito un banale luogo comune, ma il fatto è che nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti, i banali luoghi comuni possono essere questioni di vita o di morte, o meglio, è questo ciò che vorrei cercare di farvi capire in questa piacevole mattinata di sole.
Chiaramente, l’esigenza principale in discorsi come questo è che si suppone vi parli del significato dell vostra educazione umanistica, e provi a spiegarvi perché il diploma che state per ricevere ha un effettivo valore sul piano umano e non soltanto su quello puramente materiale. Per questo, lasciatemi esaminare il più diffuso stereotipo nei discorsi fatti a questo tipo di cerimonie, ossia che che la vostra educazione umanistica non consista tanto “nel fornirvi delle conoscenze”, quanto “nell’insegnarvi a pensare”.
Se siete come me quando ero studente, non vi sarà mai piaciuto ascoltare questo genere di cose, e avrete tendenza a sentirvi un po’ insultati dall’affermazione che dobbiate aver bisogno di qualcuno per insegnarvi a pensare, poiché il fatto stesso che siete stati ammessi a frequentare un college così prestigioso vi sembra una dimostrazione del fatto che già sapete pensare. Ma vorrei convincervi che lo stereotipo dell’educazione umanistica in realtà non è per nulla offensivo, perché la vera educazione a pensare, che si pensa si debba riuscire ad avere in un posto come questo, non riguarda affatto la capacità di pensare, ma piuttosto la scelta di cosa pensare. Se la vostra assoluta libertà di scelta su cosa pensare vi sembrasse troppo ovvia per perdere del tempo a discuterne, allora vorrei chiedervi di pensare al pesce e all’acqua, e a mettere tra parentesi anche solo per pochi minuti il vostro scetticismo circa il valore di ciò che è completamente ovvio.
Ecco un’altra piccola storia istruttiva. Ci sono due tizi che siedono insieme al bar in un posto sperduto e selvaggio in Alaska. Uno dei due tizi è credente, l’altro è ateo, e stanno discutendo sull’esistenza di Dio, con quell’intensità particolare che si stabilisce più o meno dopo la quarta birra. E l’ateo dice: “Guarda, non è che non abbia ragioni per non credere. Ho avuto anche io a che fare con quella roba di Dio e della preghiera. Proprio un mese fa mi sono trovato lontano dal campo in una terribile tormenta, e mi ero completamente perso e non riuscivo a vedere nulla, e facevano 45 gradi sotto zero, e così ho provato: mi sono buttato in ginocchio nella neve e ho urlato ‘Oh Dio, se c’è un Dio, mi sono perso nella tormenta, e morirò tra poco se tu non mi aiuterai’.” E a questo punto, nel bar, il credente guarda l’ateo con aria perplessa “Bene, allora adesso dovrai credere” dice, “sei o non sei ancora vivo?” E l’ateo, alzando gli occhi al cielo “Ma no, è successo invece che una coppia di eschimesi, che passava di lì per caso, mi ha indicato la strada per tornare al campo.”
È facile interpretare questa storiella con gli strumenti tipici dell’analisi umanistica: la stessa precisa esperienza può avere due significati totalmente diversi per due persone diverse, avendo queste persone due diversi sistemi di credenze e due diversi modi di ricostruire il significato dall’esperienza. Poiché siamo convinti del valore della tollerenza e della varietà delle convinzioni, in nessun modo la nostra analisi umanistica vorrà affermare che l’interpretazione di uno dei due tizi sia giusta a quella dell’altro falsa o cattiva. E questo va anche bene, tranne per il fatto che in questo modo non si riesce mai a discutere da dove abbiano origine questi schemi e credenze individuali. Voglio dire, da dove essi vengano dall’INTERNO dei due tizi. Come se l’orientamento fondamentale verso il mondo di una persona e il significato della sua esperienza fossero in qualche modo intrinseci e difficilmente modificabili, come l’altezza o il numero di scarpe, o automaticamente assorbiti dal contesto culturale, come il linguaggio. Come se il modo in cui noi costruiamo il significato non fosse in realtà un fatto personale, frutto di una scelta intenzionale. Inoltre, c’è anche il problema dell’arroganza. Il tizio non credente è totalmente certo nel suo rifiuto della possibilità che il passaggio degli eschimesi abbia qualche cosa a che fare con la sua preghiera. Certo, ci sono un sacco di credenti che appaiono arroganti e anche alcune delle loro interpretazioni. E sono probabilmente anche peggio degli atei, almeno per molti di noi. Ma il problema del credente dogmatico è esattamente uguale a quello del non credente: una certezza cieca, una mentalità chiusa che equivale a un imprigionamento così totale che il prigioniero non si accorge nemmeno di essere rinchiuso.
Il punto che vorrei sottolineare qui è che credo che questo sia una parte di ciò che vuole realmente significare insegnarmi a pensare. A essere un po’ meno arrogante. Ad avere anche solo un po’ di coscienza critica su di me e le mie certezze. Perché una larga percentuale di cose sulle quali tendo a essere automaticamente certo risulta essere totalmente sbagliata e deludente. Ho imparato questo da solo e a mie spese, e così immagino sarà per voi una volta laureati.
Ecco un esempio della totale falsità di qualche cosa su cui tendo ad essere automaticamente sicuro: nella mia esperienza immediata, tutto tende a confermare la mia profonda convinzione che io sia il centro assoluto dell’universo, la più reale e vivida e importante persona che esista. Raramente pensiamo a questa specie di naturale, fondamentale egocentrismo, perché è qualche cosa di socialmente odioso. Ma in effetti è lo stesso per tutti noi. È la nostra configurazione di base, codificata nei nostri circuiti fin dalla nascita. Pensateci: non c’è nessuna esperienza che abbiate fatto di cui non ne siate il centro assoluto. Il mondo, così come voi lo conoscete, è lì davanti a VOI o dietro di VOI, o alla VOSTRA sinistra o alla VOSTRA destra, sulla VOSTRA TV o sul VOSTRO schermo. E così via. I pensieri e i sentimenti delle altre persone devono esservi comunicati in qualche modo, ma i vostri sono così immediati, urgenti, reali.
Adesso vi prego di non pensare che io voglia farvi una lezione sulla compassione o la sincerità o altre cosiddette “virtù”. Il problema non è la virtù. Il problema è di scegliere di fare il lavoro di adattarsi e affrancarsi dalla configurazione di base, naturale e codificata in noi, che ci fa essere profondamente e letteralmente centrati su noi stessi, e ci fa vedere e interpretare ogni cosa attraverso questa lente del sé. Le persone che riescono ad adattare la loro configurazione di base sono spesso descritti come “ben adattati”, che credo non sia un termine casuale.
Considerando la trionfale cornice accademica in cui siamo, viene spontaneo porsi il problema di quanto di questo lavoro di autoregolazione della nostra configurazione di base coinvolga conoscenze effettive e il nostro stesso intelletto. Questo problema è veramente molto complicato. Probabilmente la più pericolosa conseguenza di un’educazione accademica, almeno nel mio caso, è che ha permesso di svilupparmi verso della roba super-intellettualizzata, di perdermi in argomenti astratti dentro la mia testa e, invece di fare semplicemente attenzione a ciò che mi capita sotto al naso, fare solo attenzione a ciò che capita dentro di me.
Come saprete già da un pezzo, è molto difficile rimanere consapevoli e attenti, invece di lasciarsi ipnotizzare dal monologo costante all’interno della vostra testa (potrebbe anche stare succedendo in questo momento). Vent’anni dopo essermi laureato, sono riuscito lentamente a capire che lo stereotipo dell’educazione umanistica che vi “insegna a pensare” è in realtà solo un modo sintentico per esprimere un’idea molto piu significativa e profonda: “imparare a pensare” vuol dire in effetti imparare a esercitare un qualche controllo su come e cosa pensi. Significa anche essere abbastanza consapevoli e coscienti per scegliere a cosa prestare attenzione e come dare un senso all’esperienza. Perché, se non potrete esercitare questo tipo di scelta nella vostra vita adulta, allora sarete veramente nei guai. Pensate al vecchio luogo comune della “mente come ottimo servitore, ma pessimo padrone”. Questo, come molti luoghi comuni, così inadeguati e poco entusiasmanti in superficie, in realtà esprime una grande e terribile verità. Non a caso gli adulti che si suicidano con armi da fuoco quasi sempre si sparano alla testa. Sparano al loro pessimo padrone. E la verità è che molte di queste persone sono in effetti già morte molto prima di aver premuto il grilletto.
Considerando la trionfale cornice accademica in cui siamo, viene spontaneo porsi il problema di quanto di questo lavoro di autoregolazione della nostra configurazione di base coinvolga conoscenze effettive e il nostro stesso intelletto. Questo problema è veramente molto complicato. Probabilmente la più pericolosa conseguenza di un’educazione accademica, almeno nel mio caso, è che ha permesso di svilupparmi verso della roba super-intellettualizzata, di perdermi in argomenti astratti dentro la mia testa e, invece di fare semplicemente attenzione a ciò che mi capita sotto al naso, fare solo attenzione a ciò che capita dentro di me.
Come saprete già da un pezzo, è molto difficile rimanere consapevoli e attenti, invece di lasciarsi ipnotizzare dal monologo costante all’interno della vostra testa (potrebbe anche stare succedendo in questo momento). Vent’anni dopo essermi laureato, sono riuscito lentamente a capire che lo stereotipo dell’educazione umanistica che vi “insegna a pensare” è in realtà solo un modo sintentico per esprimere un’idea molto piu significativa e profonda: “imparare a pensare” vuol dire in effetti imparare a esercitare un qualche controllo su come e cosa pensi. Significa anche essere abbastanza consapevoli e coscienti per scegliere a cosa prestare attenzione e come dare un senso all’esperienza. Perché, se non potrete esercitare questo tipo di scelta nella vostra vita adulta, allora sarete veramente nei guai. Pensate al vecchio luogo comune della “mente come ottimo servitore, ma pessimo padrone”. Questo, come molti luoghi comuni, così inadeguati e poco entusiasmanti in superficie, in realtà esprime una grande e terribile verità. Non a caso gli adulti che si suicidano con armi da fuoco quasi sempre si sparano alla testa. Sparano al loro pessimo padrone. E la verità è che molte di queste persone sono in effetti già morte molto prima di aver premuto il grilletto.
E vi dico anche quale dovrebbe essere l’obiettivo reale su cui si dovrebbe fondare la vostra educazione umanistica: come evitare di passare la vostra confortevole, prosperosa, rispettabile vita adulta, come dei morti, incoscienti, schiavi delle vostre teste e della vostra solita configurazione di base per cui “in ogni momento” siete unicamente, completamente, imperiosamente soli. Questo potrebbe suonarvi come un’iperbole o un’astrazione senza senso. Cerchiamo di essere concreti. Il fatto puro e semplice è che voi laureati non avete ancora nessun’idea di cosa “in ogni momento” significhi veramente. Questo perché nessuno parla mai, in queste cerimonie delle lauree, di una grossa parte della vita adulta americana. Questa parte include la noia, la routine e la meschina frustrazione. I genitori e i più anziani tra di voi sapranno anche troppo bene di cosa sto parlando.
Tanto per fare un esempio, prendiamo una tipica giornata da adulto, e voi che vi svegliate la mattina, andate al vostro impegnativo lavoro da colletto-bianco-laureato-all’università, e lavorate duro per otto o dieci ore, fino a che, alla fine della giornata, siete stanchi e anche un po’ stressati e tutto ciò che vorreste sarebbe di tornarvene casa, godervi una bella cenetta e forse rilassarvi un po’ per un’oretta, per poi ficcarvi presto nel vostro letto perché, evidentemente, dovrete svegliarvi presto il giorno dopo per ricominciare tutto da capo. Ma, a questo punto, vi ricordate che non avete nulla da mangiare a casa. Non avete avuto tempo di fare la spesa questa settimana a causa del vostro lavoro così impegnativo, per cui, uscendo dal lavoro, dovete mettervi in macchina e guidare fino al supermercato. È l’ora di punta e il traffico è parecchio intenso. Per cui per arrivare al supermercato ci mettete moltissimo tempo, e quando finalmente arrivate, lo trovate pieno di gente, perché naturalmente è proprio il momento del giorno in cui tutti quelli che lavorano come voi cercano di sgusciare in qualche negozio di alimentari. E il supermercato è disgustosamente illuminato e riempito con della musica di sottofondo abbrutente o del pop commerciale, ed è proprio l’ultimo posto in cui vorreste essere, ma non potete entrare e uscire rapidamente, vi tocca vagare su e giù tra le corsie caotiche di questo enorme negozio super-illuminato per trovare la roba che volete e dovete manovrare con il vostro carrello scassato nel mezzo delle altre persone, anche loro stanche e di fretta come voi, con i loro carrelli (eccetera, eccetera, ci dò un taglio poiché è una cerimonia piuttosto lunga) e alla fine riuscite a raccogliere tutti gli ingredienti della vostra cena, e scoprite che non ci sono abbastanza casse aperte per pagare, anche se è l’ora-di-punta-di-fine-giornata. Cosi la fila per pagare è incredibilmente lunga, che è una cosa stupida e che vi fa arrabbiare. Ma voi non potete sfogare la vostra frustrazione sulla povera signorina tutta agitata alla cassa, che è superstressata da un lavoro la cui noia quotidiana e insensatezza supera l’immaginazione di ognuno di noi qui in questa prestigiosa Università.
Ma in ogni modo, finalmente arrivate in fondo a questa fila, pagate per il vostro cibo, e vi viene detto “buona giornata” con una voce che è proprio la voce dell’oltretomba. Quindi dovete portare quelle orrende, sottili buste di plastica del supermercato nel vostro carrello con una ruota impazzita che spinge in modo esasperante verso sinistra, di nuovo attraverso il parcheggio affollato, pieno di buche e di rifiuti, e guidare verso casa di nuovo attraverso il traffico dell’ora di punta, lento, intenso, pieno di SUV, ecc.
A tutti noi questo è capitato, certamente. Ma non è ancora diventato parte della routine della vostra vita effettiva di laureati, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Ma lo sarà. E inoltre ci saranno tante altre routine apparentemente insignificanti, noiose e fastidiose. Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio con stronzate meschine e frustranti come questa che interviene la possibilità di scelta. Perché il traffico e le corsie affollate del supermercato e la lunga coda alla cassa mi danno il tempo di pensare, e se io non decido in modo meditato su come pensare e a cosa prestare attenzione, sarò incazzato e infelice ogni volta che andrò a fare la spesa. Perché la mia naturale configurazione di base è la certezza che situazioni come questa riguardino solo me. La MIA fame e la MIA stanchezza e il MIO desiderio di andarmene a casa, e mi sembrerà che ogni altra persona al mondo stia lì ad ostacolarmi. E chi sono poi queste persone che mi ostacolano? E guardate come molti di loro sono repellenti, e come sembrano stupidi e bovini e con gli occhi spenti e non-umani nella coda alla cassa, o anche come è fastidioso e volgare che le persone stiano tutto il tempo a urlare nei loro cellulari mentre sono nel mezzo della fila. E guardate quanto tutto ciò sia profondamente e personalmente ingiusto.
Oppure, se la mia configurazione di base è più vicina alla coscienza sociale e umanistica, posso passare un bel po’ di tempo nel traffico di fine giornata a essere disgustato da tutti quei grossi, stupidi SUV e Hummers e furgoni con motori a 12 valvole, che bloccano la strada e consumano il loro costoso, egoistico serbatoio da 40 galloni di benzina, e posso anche soffermarmi sul fatto che gli adesivi patriottici e religiosi sembrano essere sempre sui veicoli più grandi e più disgustosamente egoisti, guidati dai più brutti, più incoscienti e aggressivi dei guidatori. (Attenzione, questo è un esempio di come NON bisogna pensare…) E posso pensare che i figli dei nostri figli ci disprezzeranno per aver sprecato tutto il carburante del futuro e avere probabilmente fottuto il clima, e che noi tutti siamo viziati e stupidi ed egoisti e ripugnanti, e che la moderna civiltà dei consumi faccia proprio schifo, e così via.
Avete capito l’idea.
Se scelgo di pensare in questo modo in un supermercato o sulla superstrada, va bene. Un sacco di noi lo fanno. Tranne che il fatto di pensare in questo modo diventa nel tempo così facile e automatico che non è più nemmeno una vera scelta. Diventa la mia configurazione di base. È questa la modalità automatica in cui vivo le parti noiose, frustranti, affollate della mia vita da adulto, quando sto operando all’interno della convinzione automatica e inconscia di essere il centro del mondo, e che i miei bisogni e i miei sentimenti prossimi sono ciò che determina le priorità del mondo intero.
In realtà, naturalmente, ci sono molti modi diversi di pensare in questo tipo di situazioni. Nel traffico, con tutte queste macchine ferme e immobili davanti a me, non è impossibile che una delle persone nei SUV abbia avuto un orribile incidente d’auto nel passato, e adesso sia cosi terrorizzata dal guidare che il suo terapista le ha ordinato di prendere un grosso e pesante SUV, così che possa sentirsi abbastanza sicura quando guida. O che quell’Hummer che mi ha appena tagliato la strada sia forse guidato da un padre il cui figlio piccolo è ferito o malato nel sedile accanto a lui, e stia cercando di portarlo in ospedale, ed abbia quindi leggitimamente molto più fretta di me: in effetti sono io che blocco la SUA strada.
Oppure posso sforzarmi di considerare la possibilità che tutti gli altri nella fila alla cassa del supermercato siano stanchi e frustrati come lo sono io, e che alcune di queste persone probabilmente abbiano una vita molto più dura, noiosa e dolorosa della mia.
Di nuovo, vi prego di non pensare che vi stia dando dei consigli morali, o vi stia dicendo che dovreste pensare in questo modo, o che qualcuno si aspetta da voi che lo facciate. Perché è difficile. Richiede volontà e fatica, e se voi siete come me, in certi giorni non sarete capaci di farlo, o più semplicemente non ne avrete voglia.
Ma molte altre volte, se sarete abbastanza coscienti da darvi la possibilità di scegliere, voi potrete scegliere di guardare in un altro modo a questa grassa signora super-truccata e con gli occhi spenti che ha appena sgridato il suo bambino nella coda alla cassa. Forse non è sempre così. Forse è stata sveglia per tre notti di seguito tenendo la mano del marito che sta morendo di un cancro alle ossa. O forse questa signora è l’impiegata meno pagata della motorizzazione, che proprio ieri ha aiutato vostra moglie a risolvere un orribile e snervante problema burocratico con alcuni piccoli atti di gentilezza amministrativa.
Va bene, nessuno di questi casi è molto probabile, ma non è nemmeno completamente impossibile. Dipende da cosa volete considerare. Se siete automaticamente sicuri di sapere cos’è la realtà, e state operando sulla base della vostra configurazione di base, allora voi, come me, probabilmente non avrete voglia di considerare possibilità che non siano fastidiose e deprimenti. Ma se imparate realmente a concentrarvi, allora saprete che ci sono altre opzioni possibili. Avrete il potere di vivere una lenta, calda, affollata esperienza da inferno del consumatore, e renderla non soltanto significativa, ma anche sacra, ispirata dalle stesse forze che formano le stelle: amore, amicizia, la mistica unità di tutte le cose fuse insieme. Non che la roba mistica sia necessariamente vera. La sola cosa che è Vera con la V maiuscola è che sta a voi decidere di vederlo o meno.
Questa, credo, sia la libertà data da una vera educazione, di poter imparare ad essere “ben adattati”. Voi potrete decidere con coscienza che cosa ha significato e che cosa non lo ha. Potrete scegliere in cosa volete credere. Ed ecco un’altra cosa che può sembrare strana, ma che è vera: nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare – sia essa Gesù Cristo o Allah, sia che abbiate fede in Geova o nella Santa Madre Wicca, o nelle Quattro Nobili Verità, o in qualche inviolabile insieme di principi etici – è che praticamente qualsiasi altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo. Se adorerete il denaro o le cose, se a queste cose affiderete il vero significato della vita, allora vi sembrerà di non averne mai abbastanza. È questa la verità. Adorate il vostro corpo e la bellezza e l’attrazione sessuale e vi sentirete sempre brutti. E quando i segni del tempo e dell’età si cominceranno a mostrare, voi morirete un milione di volte prima che abbiano ragione di voi. Ad un certo livello tutti sanno queste cose. Sono state codificate in miti, proverbi, luoghi comuni, epigrammi, parabole, sono la struttura di ogni grande racconto. Il trucco sta tutto nel tenere ben presente questa verità nella coscienza quotidiana.
Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per rendervi insensibili alle vostre proprie paure. Adorate il vostro intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti. Ma la cosa insidiosa di queste forme di adorazione non è che siano cattive o peccaminose, è che sono inconsce. Sono la configurazione di base.
Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per rendervi insensibili alle vostre proprie paure. Adorate il vostro intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti. Ma la cosa insidiosa di queste forme di adorazione non è che siano cattive o peccaminose, è che sono inconsce. Sono la configurazione di base.
Sono forme di adorazione in cui scivolate lentamente, giorno dopo giorno, diventando sempre più selettivi su quello che volete vedere e su come lo valutate, senza essere mai pienamente consci di quello che state facendo.
E il cosiddetto “mondo reale” non vi scoraggerà dall’operare con la configurazione di base, poiché il cosiddetto “mondo reale” degli uomini e del denaro e del potere canticchia allegramente sul bordo di una pozza di paura e rabbia e frustrazione e desiderio e adorazione di sé. La cultura contemporanea ha imbrigliato queste forze in modo da produrre una ricchezza straordinaria e comodità e libertà personale. La libertà di essere tutti dei signori di minuscoli regni grandi come il nostro cranio, soli al centro del creato. Questo tipo di libertà ha molti lati positivi. Ma naturalmente vi sono molti altri tipi di libertà, e del tipo che è il più prezioso di tutti, voi non sentirete proprio parlare nel grande mondo esterno del volere, dell’ottenere e del mostrarsi. La libertà del tipo più importante richiede attenzione e consapevolezza e disciplina, e di essere veramente capaci di interessarsi ad altre persone e a sacrificarsi per loro più e più volte ogni giorno in una miriade di modi insignificani e poco attraenti.
Questa è la vera libertà. Questo è essere istruiti e capire come si pensa. L’alternativa è l’incoscienza, la configurazione di base, la corsa al successo, il senso costante e lancinante di aver avuto, e perso, qualcosa di infinito.
Lo so che questa roba probabilmente non vi sembrerà molto divertente o ispirata, come un discorso per questo di genere di cerimonie dovrebbe sembrare. In questo consiste però, per come la vedo io, la Verità con la V maiuscola, scrostata da un sacco di stronzate retoriche. Certamente, siete liberi di pensare quello che volete di tutto questo. Ma per favore non scartatelo come se fosse una sermone ammonitorio alla Dr. Laura. Niente di questa roba è sulla morale o la religione o il dogma o sul grande problema della vita dopo la morte. La Verità con la V maiuscola è sulla vita PRIMA della morte. È sul valore reale di una vera istruzione, che non ha quasi nulla a che spartire con la conoscenza e molto a che fare con la semplice consapevolezza, consapevolezza di cosa è reale ed essenziale, ben nascosto, ma in piena vista davanti a noi, in ogni momento, per cui non dobbiamo smettere di ricordarci più e più volte: “Questa è acqua, questa è acqua.”
È straordinariamente difficile da fare, rimanere coscienti e consapevoli nel mondo adulto, in ogni momento. Questo vuol dire che anche un altro dei grandi luoghi comuni finisce per rivelarsi vero: la vostra educazione è realmente un lavoro che dura tutta la vita. E comincia ora.
Auguro a tutti una grossa dose di fortuna.
note
Questo discorso segue la trascrizione dal video della conferenza, fatta da un appassionato lettore di Wallace, ed è fedele quindi al testo effettivamente pronunciato in quella occasione. Il testo originale inglese si può trovare qui: http://www.marginalia.org/dfw_kenyon_commencement.html. Sono stati eliminati solo un paio di commenti fatti a voce da Wallace stesso. Una versione leggermente diversa è apparsa nel 2006 nel libro “The Best American Nonrequired Reading 2006″ per poi essere parzialmente ripresa dal Wall Street Journal nell’edizione del 19 settembre 2008.
Questo discorso segue la trascrizione dal video della conferenza, fatta da un appassionato lettore di Wallace, ed è fedele quindi al testo effettivamente pronunciato in quella occasione. Il testo originale inglese si può trovare qui: http://www.marginalia.org/dfw_kenyon_commencement.html. Sono stati eliminati solo un paio di commenti fatti a voce da Wallace stesso. Una versione leggermente diversa è apparsa nel 2006 nel libro “The Best American Nonrequired Reading 2006″ per poi essere parzialmente ripresa dal Wall Street Journal nell’edizione del 19 settembre 2008.
La Dr. Laura è la Dott.ssa Laura Catherine Schlessinger, autrice di alcuni libri, opinionista, spesso presente in trasmissioni radiofoniche. Nota per i suoi sermoni moralistici, risponde alle domande poste per telefono dagli ascoltatori. Nel suo blog ha avuto modo di scrivere frasi che denotano una scarsa sensibilità, dopo la scomparsa di Wallace.
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Keyton, Enterprise, Alabama 36330, Stati Uniti
giovedì 6 settembre 2012
Tremiti
Riguardando alcune delle foto estive salvate sul mio hard disk ho trovato questa che ben rappresenta lo spirito delle vacanze estive.
E'una foto scattata il 2 luglio del 2004 alle isole Tremiti, gita effettuata durante una nostra permanenza nel villaggio Internazionale Manacore sul Gargano.
Ricordo ancora la bellezza dei luoghi e l'acqua del mare limpida e trasparente.
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martedì 4 settembre 2012
The King is back!!
Ho terminato la lettura dell'ultimo lavoro di Stephen King 22/11/63.
Era un po'di tempo che non leggevo un libro di Stephen King e devo dire che ho ritrovato tutto cio'che avevo sempre amato nei suoi romanzi.
In piu' qui abbiamo una ricostruzione dell'america degli anni 60, i viaggi nel tempo, una storia d'amore veramente struggente ed un mistero storicamente mai risolto: l'assassinio di Kennedy a Dallas.
Mi e' piaciuto molto il modo in cui King descrive l'america degli anni 60 e le sue consuetudini e i modi di pensare e di come prova a farci capire lo sgomento e le sensazioni provate dagli americani di quel tempo rispetto agli eventi storici che vivevano (i.e. la crisi Cubana, la paura nucleare).
Mi affascina l'idea della "buca del coniglio" nel ripostiglio del Diners di Al: come luogo di passaggio dal presente al passato. A differenza di quello che accade in "Ritorno al futuro" le conseguenze di azioni svolte nel passato non sempre sono positive rispetto all'evoluzione della storia futura. Mostrare come il passato faccia resistenza ad essere modificato e' anche un ottima trovata
Mi affascina l'idea della "buca del coniglio" nel ripostiglio del Diners di Al: come luogo di passaggio dal presente al passato. A differenza di quello che accade in "Ritorno al futuro" le conseguenze di azioni svolte nel passato non sempre sono positive rispetto all'evoluzione della storia futura. Mostrare come il passato faccia resistenza ad essere modificato e' anche un ottima trovata
Riguardo al caso Kennedy, ho notato un'ottima conoscenza degli eventi, l'autore si e' molto documentato riportandoci notizie ed fatti realmente accaduti, inserendoli magistralmente nella sua vicenda fantastica.
In breve un grande romanzo che ripaga ampiamente le ore passate sulle sue pagine.
Il finale del romanzo che leggiamo oggi e' diverso dalla sua stesura originale, Stephen King lo ha cambiato su suggerimento del figlio (anche lui scrittore).
Ubicazione:
Dallas, Texas, Stati Uniti
lunedì 3 settembre 2012
Burraco
Come tradizione di questa estate anche ieri sera e' scattata la partitella familiare a Burraco.
Coppie fisse genitori contro figli. Questa volta, come purtroppo non molto spesso accade, la vittoria dei genitori e' stata schiacciante.
Il punteggio finale esteso a 3000 per dare modo ai ragazzi di recuperare un inizio di partita disastoso non la dice tutta sulla supremazia mostrata nel corso di tutto l'incontro.
Solo una grandissima partita finale vinta con un punteggio stratosferico dai ragazzi ha evitato l'umiliazione! Ed ora fino alla prossima partita il vincitore se la gode!!!!
Non nomino la bava perche' ho grande rispetto per l'avversario sconfitto ma posso augurargli altre 100 di queste partite.
Coppie fisse genitori contro figli. Questa volta, come purtroppo non molto spesso accade, la vittoria dei genitori e' stata schiacciante.
Il punteggio finale esteso a 3000 per dare modo ai ragazzi di recuperare un inizio di partita disastoso non la dice tutta sulla supremazia mostrata nel corso di tutto l'incontro.
Solo una grandissima partita finale vinta con un punteggio stratosferico dai ragazzi ha evitato l'umiliazione! Ed ora fino alla prossima partita il vincitore se la gode!!!!
Non nomino la bava perche' ho grande rispetto per l'avversario sconfitto ma posso augurargli altre 100 di queste partite.
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Via Monasterace, 00118 Roma, Italia
domenica 2 settembre 2012
Inter-Roma 1-3
E' iniziato il campionato di calcio e dopo un inaspettato pareggio casalingo con il Catania per 2-2 la Roma ha espugnato San Siro. Per noi vecchi tifosi della Roma vincere a Milano ha un sapore particolare, troppe volte siamo usciti da quel campo con la coda tra le gambe. Questa sera invece grande vittoria e bel gioco mostrato anche se l'Inter di questi tempi, specie in casa, non e' un avversario molto difficile.
Spettacolare il secondo gol della Roma realizzato da Osvaldo su passaggio del grande capitano.
Ubicazione:
Milano, Italia
sabato 1 settembre 2012
Fine stagione
L'aria questo sabato ad Ostia era quella di una giornata di fine stagione.
Agosto è ormai alle spalle e il tempo sembra allinearsi al calendario.
Ecco come appariva il mare di Ostia in questo primo giorno di settembre.
La spiaggia normalmente affollata oggi appare vuota.
La scelta del colore seppia per le prime due foto voleva essere un tentativo di trasmettere a chi le guarda lo stesso senso di tristezza che si provava camminando sul lungomare.
Agosto è ormai alle spalle e il tempo sembra allinearsi al calendario.
Ecco come appariva il mare di Ostia in questo primo giorno di settembre.
La spiaggia normalmente affollata oggi appare vuota.
La scelta del colore seppia per le prime due foto voleva essere un tentativo di trasmettere a chi le guarda lo stesso senso di tristezza che si provava camminando sul lungomare.
Arcobaleno beach |
Pontiletto dei pescatori vicino Arcobaleno beach |
Bar sulla spiaggia stabilimento Vittoria |
Faber beach |
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00119 Ostia RM, Italia
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